Monte Fuji 3776 M (Giappone)

Il più grande vulcano del Giappone è anche il punto più elevato della nazione del “Sol Levante”. Innevato per dieci mesi all’anno , è sede di venticinque siti di interesse culturale riconosciuti dall’UNESCO. Gli  Shintoisti lo considerano sacro , al punto da ritenere doveroso almeno una volta nella vita compiere un pellegrinaggio sulle sue pendici. Con meteo ottimale, questa autentica “montagna-simbolo” può essere ammirata da Tokyo che dista circa un centinaio di kilometri. Un antico proverbio giapponese riassume perfettamente l’esperienza della scalata: “Colui che scala il monte Fuji è saggio, chi lo scala due volte è uno sciocco” ebbene… io e Giada l’abbiamo scalato due volte .

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Mt Fuji and Chureito Pagoda ,( foto google) 

Il percorso per raggiungere la vetta del monte Fuji è provvisto di dieci stazioni , di cui la prima è alle pendici e la decima è sulla cima. Le strade asfaltate arrivano fino alle quinte stazioni , che sono quattro e che rappresentano i punti di partenza  dei quattro percorsi principali per la scalata.

  • Yoshida trail : è il più comune e la sua quinta stazione è la più facilmente raggiungibile ( appositi bus partono addirittura da Tokyo). Vi sono numerosi rifugi lungo questo tragitto ed addirittura due vie diverse , una per la salita e una per la discesa dal monte.
  • Subashiri trail : la stazione di partenza è situata a 2000  M  , all’altezza dell’ ottava stazione il sentiero si unisce allo Yoshida Trail
  • Fujinomiya trail : situato nella parete sud della montagna è il più breve e rapido verso la cima , parte a circa 2400 M di altitudine.
  • Gotemba trail : il più lungo in assoluto, la sua stazione di partenza si trova a soli 1400 metri di altezza e la scalata può durare anche fino a 10 ore.

fuji-map.jpgIo e Giada, grandi amanti delle salite e dei luoghi poco frequentati dai turisti , non potevamo che scegliere il percorso più lungo, e difficile così optammo per il Gotemba Trail . Arrivati in treno nella cittadina da cui il tracciato prende il nome , impiegammo altri 40 minuti di bus per raggiungere la quinta stazione. Il tempo non era dei migliori e peggiorava man mano che il bus saliva su per i tornanti , fino a quando rimanemmo completamente avvolti dalla nebbia ; non ci demoralizzammo e senza grandi punti di riferimento iniziammo la nostra scalata. Il sentiero vulcanico nero si addentrava nella foresta di conifere , la temperatura era piacevolmente fresca e ne fummo molto contenti  poichè nei giorni precedenti l’umidità di Tokyo ci aveva stremato. Per fortuna non incontrammo molti turisti su quella via meno conosciuta e in poco tempo raggiungemmo i 2000 M di quota , superati gli ultimi alberi il paesaggio divenne desolato con poche macchie di verde tra la sabbia vulcanica nera  .

 

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Partenza del Gotemba Trail dalla Quinta Stazione (1400 M) 

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Prima parte del percorso ancora con cielo nuvoloso

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Intorno ai 2000 M 

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Vista del Monte Hoei 2693 M , un vulcano sul fianco sud-Orientale del Monte Fuji

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Io alla Settima Stazione (2830 M) il tempo sta cambiando di nuovo

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In salita di nuovo tra la nebbia

La visibilità man mano che si saliva migliorava e finalmente potemmo scorgere la vetta  del vulcano e le sue pareti . Eravamo abbastanza veloci , la pendenza costante non richiedeva troppo impegno anche se la sabbia la rendeva più faticosa . In tre ore arrivammo al Waraji-Kan ( l’unico rifugio della via situato a 3000 M di quota)  il terreno sabbioso divenne rosso e i tornanti incominciarono a salire vertiginosamente tra le rocce . Ricordo che durante la salita incontravamo gli escursionisti giapponesi che ci salutava sempre in modo gentile e solare , erano muniti di caschetti , che secondo me non erano necessari data la facilità del percorso , il quale non presenta veri e proprie difficoltà alpinistiche . Finalmente raggiunsi insieme a Giada un grosso altare in legno che segnava l’arrivo del percorso e poco più avanti si aprii ai nostri occhi la vista di un immenso cratere  : profondo 200 m e del diametro di circa mezzo chilometro, coronato da otto piccole creste , presenta un sentiero di due kilometri che permette di percorrerne l’intera circonferenza .Fuji-92-IMG_7005-A.jpg

Il cratere con la vetta principale

Non c’era nessuno, incontrai solo due ragazzi di Taiwan ai quali chiesi informazioni per raggiungere il punto più alto del cratere. Erano le quattro del pomeriggio e avevamo solo due ore di luce prima che il vulcano venisse avvolto dal buio . Dovevamo scendere lungo il versante sud sul Fujinomiya Trail ,  e raggiungere il Goraiko Sanso dove avremmo passato la notte e saremmo poi ripartiti il mattino seguente per ammirare l’alba sul punto più alto del Giappone . Con un po’ di fretta Giada e io decidemmo comunque di salire su una delle piccole creste sommitali del cratere per godere di un panorama  migliore e la vista ci ripagò dello sforzo fatto. Il cielo non era del tutto sereno e sotto i nostri occhi eravamo circondati da un mare di nuvole basse , dal quale spuntavano solo i monti più alti , il tiepido sole stava tramontando colorando di rosso tutto il vulcano , dovevamo sbrigarci ma eravamo incantati da quella vista.

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Giada in Cima prima del tramonto

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Io e Giada 

Qualche foto e di corsa giù lungo il Fujinomiya Trail  mentre il sole scompariva pian piano all’orizzonte . Arrivammo al rifugio che era quasi notte ,  super affamati entrammo dentro alla piccola sala in stile tipico giapponese togliendoci come vuole la tradizione , le scarpe , che ovviamente erano piene di sabbia vulcanica , posammo quindi gli zaini nella nostra piccola camera dotata dei tipici materassi giapponesi (non proprio comodissimi) e ci venne servita la cena che fu abbastanza misera : un po’ di riso con il curry qualche verdura e un tè caldo , per fortuna ci eravamo portati dietro qualche barretta energetica e della frutta secca , ma avevamo comunque ancora fame. Ci venne dato un sacchetto per la colazione , in modo che avremmo potuto lasciare il rifugio a qualsiasi ora della notte , inutile dire che me lo mangiai la sera stessa .  Andammo a dormire presto , d’altronde c’era poco da fare in rifugio e la stanchezza si faceva sentire , dopo aver caricato i nostri dispositivi , messo a posto il nostro materiale , impostammo la sveglia alle 3 di notte in modo da essere per le 5/5:30 in cima al Fuji. Il nostro intento era quello si ripercorrere la via fino in vetta , vedere l’alba in cima al cratere , ridiscendere per il Gotemba Trail , prendere il Bus fino alla stazione e da lì con lo Shinkansen ( treno ad alta velocità) dritto fino a Kyoto , insomma una giornata bella impegnativa .

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Discesa dal Fujinomiya Trail

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Rifugio Goraiko Sanso

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La nostra cena in rifugio

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Le camere del Rifugio

La sveglia suonò alle 3 del mattino , non riuscii quasi ad aprire gli occhi , Giada si svegliò e cominciò a vestirsi con gli occhi ancora semichiusi , io in cinque minuti riuscii a prepararmi , mi infilai le scarpe ed uscii. Era ancora buio fuori , le luci della città di Fuji risplendevano in lontananza  , faceva freddo , molto freddo , indossammo i giubbotti pesanti e con le luci frontali ci incamminammo verso la cima. A differenza del percorso del giorno precedente il sentiero era subito ripido e roccioso e ci permetteva di prendere quota velocemente , l’ombra del vulcano veniva riflessa dal sole che sorgeva lentamente mostrando la bellezza di quel luogo : si riusciva a vedere l’oceano in lontananza , le città e buona parte della pianura sottostante al Fuji , in lontananza un bagliore di luci indicava la posizione di Tokyo. C’era parecchio traffico quel mattino e una volta arrivati nuovamente in cima ci accorgemmo di non essere soli come il pomeriggio precedente , tantissimi trekkers erano gìà lassù a godersi la luce dell’alba  nonostante il freddo intenso .  Finalmente arrivammo sulla parte più alta del cratere nella quale sorge una stazione metereologica  che a mio avviso deturpa quel paesaggio stupendo. A causa dell’affollamento aspettammo parecchio prima di poter scattare la consueta foto ricordo con il palo che attesta l’arrivo in vetta ai 3776 M del Monte Fuji , eravamo comunque molto contenti e per non farci mancare niente , percorremmo il sentiero sali-scendi di tutta la circonferenza del cratere. Girando intorno riuscii ad avere una visuale perfetta di buona parte del Giappone centrale : le Alpi giapponesi in lontananza, i laghi alle pendici del vulcano e la costa con le sue penisole. Terminato il sentiero , ripercorremmo lo stesso percorso da dove eravamo partiti il giorno prima verso la quinta stazione del Gotemba Trail . La discesa , prima rocciosa e scivolosa , si trasformò in una pista di sabbia vulcanica che ci permise di correre giù per i pendii del vulcano velocemente riempiendoci le scarpe di granelli di sabbia. Avevamo le scarpe piene , le svuotammo per due volte e dopo tre ore finalmente arrivammo alla stazione del bus , faceva di nuovo caldo e l’umidità era alle stelle , avevamo  fame non toccavamo praticamente cibo dalla sera prima e avevamo consumato davvero tante calorie . Sudati e un po’ sporchi prendemmo il bus e dopo aver mangiato qualcosa di corsa in un Seven Eleven ( catena di supermercati aperti 24 ore su 24) salimmo su un treno direzione Kyoto , l’antica Capitale del Giappone. Nel complesso esperienza bellissima e di grande soddisfazione , si consiglia di portarsi abbondante acqua e cibo , visti i prezzi dei rifugi e lo scarso approvigionamento , controllare sempre il meteo e portarsi indumenti caldi in quanto la temperatura e il meteo cambiano velocemente . Un vulcano bello è di grande soddisfazione se si parte dalla via più lunga (Gotemba Trail) colpisce molto per la bellezza del panorama e la spiritualità che si respira nell’aria.

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Il sole sta sorgendo sul versante sud del Monte Fuji (Fujinomiya Trail)

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Punti panoramici lungo il Fujinomiya Trail

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Foto di rito con il palo che contrassegna il punto più alto del Monte Fuji

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Targa sulla cima

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Panorama dal Cratere del vulcano

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Discesa veloce dal Gotemba Trail

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Ultimo tratto prima di tornare tra la nebbia

 

 

 

 

6 risposte a "Monte Fuji 3776 M (Giappone)"

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