Royal Chitwan National Park (Nepal)

Parco-Nazionale-del-Chitwan-NepalDopo aver terminato il trekking nella regione dell’ Everest tornai l’8 novembre 2018 a Kathmandu dove restai in hotel per una notte , cenai per l’ultima volta con i compagni di viaggio e dopo la cerimonia di chiusura del percorso in Himalaya li salutai , promettendo loro che ci saremmo rivisti per qualche altra avventura in giro per il mondo. La mattina seguente il 9 novembre 2018 , Amrit un amico di Suman (la guida che ci portò fino al campo base dell’Everest) , si offrì di portarmi fino a Sauraha , porta d’accesso per il Chitwan National Park . Mi venne a prendere in hotel a Thamel all’alba e partimmo subito . Le strade polverose e senza asfalto della capitale nepalese rallentarono parecchio la prima parte del viaggio , una volta usciti dal traffico cittadino , Amrit imboccò la statale che scendeva dall’altopiano dove sorge Kathmandu e che porta fino alle grandi pianure del sud del Nepal. Il paesaggio stava cambiando progressivamente da foresta dei climi temperati a quella tropicale , la temperatura si alzò , incominciò a fare davvero caldo !! Amrit era simpatico e gentile ,  mi pagò addirittura il caffè in un piccolo chiosco lungo la strada e comprò dei fiori per la sorella che stava andando a trovare in occasione della celebrazione del Diwali (è una delle più importanti feste nepalesi e si festeggia nel mese di ottobre o novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “festa delle luci”: durante la festa si usa infatti accendere delle luci .Per induisti e gianisti è la celebrazione della vita e l’occasione per rinsaldare i legami con familiari e amici. Per i giainisti, inoltre, rappresenta l’inizio dell’anno). Conversai a lungo con lui , parlammo di politica e dei difficili rapporti tra Cina e India che si riflettono sul Nepal , delle differenze dialettali rispetto all’India (gli indiani dicono di non capire il nepalese nonostante sia molto simile , mentre tutti i nepalesi comprendono e parlano anche  indiano) delle usanze e tradizioni della sua famiglia. Probabilmente Amrit non simpatizzava molto per l’India e lo si poteva notare dalle sue critiche , che tuttavia avevano un fondo di verità anche se un po’ esagerate. Il viaggio alla fine durò quasi 5 ore percorrendo poco più di duecento chilometri , colpa delle curve e del manto stradale pessimo . Arrivato a Sauraha mi feci lasciare nella via principale , faceva caldo e con il mio pesante zaino mi recai in hotel. C’era un gran traffico , motorini e carretti trainati da asini e alcuni elefanti si muovevano lenti e maestosi lungo la strada guidati dai loro addestratori , mi sembrava di essere in un film !!!

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Posato lo zaino in camera , andai fino all’ingresso del parco , volevo vedere la giungla ; una volta giunto al fiume avvistai alcuni coccodrilli che riposavano al sole , proseguii per qualche chilometro percorrendo la prateria e la fitta vegetazione che costeggiava la riva , la natura era rigogliosa  grazie alle abbondanti piogge cadute durante i tifoni dei mesi precedenti e l’erba alta impediva di vedere gli animali selvatici che si nascondevano , ebbi fortuna e osservai comunque due rinoceronti . Il vero motivo per cui però ero giunto fino a quel luogo umido e selvaggio al confine con l’India era per vedere la tigre del Bengala , infatti il Chitwan National Park è famoso per avere al suo interno alcuni esemplari dell’ormai sempre più raro felino e riuscire a vederne uno sarebbe stato un sogno.tigre Arrivò il tramonto sul fiume…bellissimo , la riva e gli alberi della giungla si colorarono di un rosso intenso , in un attimo però non appena il sole scomparve l’oscurità avvolse tutto . Tornai indietro per cena  , incontrai nella mensa dell’hotel due ragazzi : Daniel originario di Amsterdam e Hanna una ragazza originaria della Nuova Zelanda , erano lì come volontari per aiutare gli abitanti del vicino villaggio della tribù  Tharu ( minoranza etnica di origine mongolica presente in tutto il Nepal meridionale , per molto tempo oppressi e costretti in uno stato di servitù chiamato “Kamaiya” che è stato abolito solo nel 2008) . Dopo cena decisi di unirmi a loro per festeggiare il Diwali , il piccolo villaggio dove soggiornavo infatti era in festa , pieno di ragazze in abiti coloratissimi che ballavano sulle note di musiche tradizionali  suonate da musicisti del villaggio , c’era un’atmosfera molto allegra e positiva che coinvolgeva anche i turisti . Dopo essermi unito a quelle danze pure io , proseguii la serata con Daniel ed Hanna in un pub dove conobbi tre ragazzi americani appena tornati dalla giungla , purtroppo non erano riusciti a vedere la tigre , ma solo impronte ed escrementi nonostante siano stati nel fitto della foresta per 3 giorni. Ritornai in albergo poco dopo la mezzanotte camminando sulla strada dissestata ancora piena di gente che ballava e mangiava nei piccoli locali e una volta in camera mi addormentai profondamente . Al mattino il barrito di un elefante mi svegliò di colpo , era proprio dietro l’hotel e stava mangiando la sua razione di fieno , ancora un po’ addormentato mi alzai , preparai il mio zainetto e feci colazione . Un signore di bassa statura e con faccia simpatica mi attese nella hall dell’hotel e mi chiese se volessi navigare sul fiume con la canoa tradizionale tipica del parco , ovviamente accettai e fui caricato su un piccolo pulmino che si diresse verso il fiume dove salii su un’ imbarcazione di legno lunga e sottile che si muoveva grazie a un pagaiatore che restava in piedi sulla parte posteriore della canoa (un po’ come le nostre gondole). Eravamo in cinque sulla canoa , osservavamo l’acqua torbida e calma del fiume , la corrente non era forte e la navigazione era rilassante . Sugli alberi della foresta uccelli tropicali e le scimmie emettevano versi mai sentiti prima e i pavoni saltavano da un ramo all’altro (era la prima volta che ne vedevo liberi in natura) , il fiume era infestato da coccodrilli , in particolare due specie : il gaviale caratterizzato dal muso lungo e sottile e il coccodrillo indiano dalla forma più classica. Durante la navigazione passai molto vicino ai pericolosi animali , osservavano senza muoversi aspettando solo che una preda si presentasse o cadesse in acqua .

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La navigazione durò un’ora attraccammo in una radura e il simpatico signore di cui non ricordo il nome mi disse di seguirlo nel fitto della giungla (non so se fosse una buona idea ma lo seguii lo stesso , armato solo con un bastone di bamboo che non avrebbe scacciato nemmeno un cane !!) Percorsi un sentiero nell’erba l’erba alta e osservai una mandria di cervi mentre brucavano ma non appena cercai di avvicinarmi un po’ di più scapparono via . Continuando nel fitto della vegetazione la guida mi disse che oltre ai cervi il parco presenta un’enorme varietà di flora e fauna e tra gli animali che potevamo incontrare c’erano rinoceronti , pitoni , orsi , scimmie e oltre 500 varietà di uccelli . Nel fitto della giungla , la guida mi informò anche dei pericoli che correvo in particolare mi avvertì di controllare sempre dove mettessi le mani , in quanto tra i rami , sugli alberi oppure nel sentiero si potevano nascondere numerosi serpenti velenosi tra cui anche il cobra reale . Lo scopo della camminata in quella parte di giungla era quello di scovare tracce della tigre o magari vederla , ma purtroppo non fui così fortunato , forse meglio così data la scarsa artiglieria a disposizione !!! Giunsi al Chitwan Elephant Centre un grosso centro dove i pachidermi nascono , vengono allevati e addestrati .

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Una breve visita del centro e mi diressi con il mio amico di nuovo verso il fiume dove vidi altri elefanti che si facevano il bagno , con le enormi proboscidi spruzzavano acqua su di loro per rinfrescarsi e lavarsi . Mi avvicinai e provai a dare del cibo ai grossi animali e guidato dagli addestratori poco dopo salii su un giovane elefante completamente scalzo e senza sella. La pelle dell’elefante era ruvida e spessa , sembrava una corazza , una volta seduto a cavalcioni , mi aggrappai a una piccola corda intorno al collo dell’animale , il quale si incamminò verso il centro del fiume lontano dalla riva e incominciò a spruzzarmi acqua addosso con la proboscide , rischiai quasi l’annegamento , ma comunque fu un’esperienza piacevole . Dopo una breve cavalcata scesi dal grosso animale e restai sulla riva ad osservare gli elefanti mentre nuotavano e giocavano tra di loro , anche se erano elefanti addestrati non erano obbligati a fare passeggiate con i turisti e venivano lasciati quasi allo stato brado , purtroppo non tutti gli animali di quella zona erano così fortunati , il mio amico mi spiego che venivano sfruttati e fatti lavorare contro la loro volontà .

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Nel pomeriggio avevo due opzioni , la prima era fare un safari a dorso di elefante la seconda era di farlo con un fuoristrada , decisi di farlo a bordo di un fuoristrada , meglio del più turistico elefante che viene caricato con 5-6 persone alla volta , giunsi alla conclusione che gli animali siano fatti per restare liberi in natura e non per intrattenere l’uomo  .

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Raggiunsi la parte opposta del  villaggio di Sauraha  e di nuovo in canoa attraversai fiume principale infestato dai coccodrilli . Dall’altra sponda salii su una jeep guidata da due rangers del parco ,la strada sterrata divenne sempre più stretta e dissestata man mano che ci addentravamo nella foresta , arrivai fino a punto di osservazione con una torretta nella quale i guardiaparco controllavano i movimenti degli animali e cercavano di avvistare le tigri segnalando l’eventuale pericolo. Incontrai molti rinoceronti che brucavano l’erba tra le paludi e le praterie  ma della tigre nessuna traccia fino a quando riuscii a udire un forte ruggito poco distante da me. La jeep davanti a noi a circa 50 metri si arrestò , mimandoci di fare silenzio e segnalando verso destra una grossa ombra che si muoveva veloce. Non sapevo se essere contento di quel momento o spaventato , ero su una jeep completamente scoperta e qualsiasi animale sarebbe potuto piombarmi addosso facendo me e le altre persone a pezzetti !! per fortuna non successe niente di grave e il ranger  mi sussurrò che una tigre si aggirava poco distante da dove ci trovavamo. Purtroppo io non riuscii a vederla ma il fuoristrada davanti a noi  la avvistò mentre scappava in direzione del ruscello sparendo nel fitto della foresta. Il veicolo continuò la sua corsa verso il Reptile conservation Centre nel quale vengono fatti nascere i coccodrilli e i gaviali  ; il centro è formato da grosse vasche dove vengono separati i rettili in base alla specie e l’età , pronti per essere reinseriti in natura al raggiungimento dell’età adulta. Dopo la visita ritornai indietro al villaggio ,  il sole stava tramontando , nella foresta gli animali cominciavano a uscire , sugli alberi gli uccelli e le scimmie emettevano richiami e versi che incutevano un certo timore .  Dall’altra sponda del fiume sotto l’occhio vigile dei coccodrilli , ritornai al villaggio e cenai con due ragazze svizzere Leandra e Flu , con le quali avevo fatto amicizia prima durante la visita al centro dei rettili , erano arrivate da pochi giorni nel parco e stavano viaggiando lungo tutto il paese per spostarsi poi nei giorni seguenti verso l’India , fu una serata piacevole e fu anche l’ultima nel bellissimo parco  . Il giorno dopo ripartii per Kathmandu in pullman , anche se non avevo visto la tigre ero comunque felicissimo , i cervi, i serpenti,coccodrilli ,le scimmie,i rinoceronti e i bellissimi elefanti sono gli animali che rendono questo angolo di Nepal unico ,creando un’atmosfera che ricorda molto “Il Libro della Giungla” . Grazie Nepal grazie di questa vacanza stupenda , ci rivedremo un giorno !!!!

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Per info su costi e pacchetti contattatemi all’indirizzo mail ale.rolfy@icloud.com

4 risposte a "Royal Chitwan National Park (Nepal)"

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  1. deve essere stato emozionam vedere tutti quegli animali dal vivo, e salire in groppa all’elefante e avvistare i coccodrilli e la nstura e… ah se penso che noi li abbiamo visti solo al circo o dietro le sbarre di una gabbia allo zoo…
    avessi tempo e denaro…

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